Il Mondo delle Idee



Riprendo il  “trattato filosofico” -  cominciato qui:


con un’altra equazione, stavolta con l’incognita

L’incognita è la particella, la linea collante , il “trait d'union”, tra le parole:
studio e tecnica

lo studio è la l’osservazione e la ricerca
la tecnica è l’elaborazione di un’applicazione (non necessariamente una app)
ma, c’è qualcosa tra loro
qualcosa che è talmente improvviso che, secondo me, più che appartenere alla sfera razionale, appartiene a quella emozionale. Anche perché quando arriva ci dà emozione.
È l’idea.

Non si può dire: ho pensato un’idea.
L’idea arriva e basta.
Non si sa da dove nasce ma ci indica la destinazione; ci dice dove dobbiamo andare. Il percorso da fare è l’elaborazione della tecnica per arrivarci, arrivare cioè all’ oggetto della nostra  idea.
A questo punto abbiamo una terna
studio idea  tecnica
Siamo sicuri?
Ma quante idee possono nascere dopo aver fatto uno studio?
E dal tante idee (o destinazioni) diverse, quanti diversi percorsi partono?

Faccio un esempio. Faccio l’esempio del formaggio, ma l’equazione è applicabile alle automobili, alle bibite, alle bambole parlanti o quant’altro venga in mente
- Studio del  il latte, i fermenti, la chimica del formaggio
- Idee:
 “voglio ottenere lo stracchino”
“voglio ottenere la mozzarella”
“voglio ottenere un formaggio che ancora non esiste”
- Elaborazione della tecnica per arrivare al conseguimento dell’idea o delle idee.

Ma quanti lavori diversi occorrono? Quanti percorsi?

Qui comincia il Bello della Fatica, che è una delle cose più belle della vita: la varietà, la curiosità, la conoscenza, la realizzazione.

La globalizzazione ci sta facendo perdere tutto quello che conoscevamo, in ogni campo del sapere umano.
So bene che nel mondo ci sono più Mc Drive   (ma non  è assurdo che per servire un hamburger striminzito sia necessario un impianto del genere? E che per mangiarlo noi pretendiamo di andarci in auto?) che Ragazze del Mais,
( http://gigliocooking.blogspot.com/2019/12/la-ragazza-del-mais.html ) ma io continuo a seguire il mio sogno.

In Canada il Governo  e le Università hanno da anni chiesto scusa a coloro che lì vengono chiamati First Nations, i Nativi d’ America. Non solo per averli massacrati, ma per aver aver annientato le loro culture, tradizioni,  formule mediche. Adesso il mondo è privo di tali competenze. Il Governo e le Università hanno istituito sezioni di ricerca per ritrovare, assieme ai discendenti, ciò che era andato perduto, persino rimedi contro i tumori.

Finisco qui il mio “trattato di filosofia”, che vuole  essere  soprattutto un augurio per il Nuovo Anno: ritrovarci capaci di curiosità, studio, interesse; il mettere in pratica la miriade di scintille che illuminano la nostra mente - gli Italiani sono creativi, è  risaputo - , non farci prendere dallo sconforto e ritrovare l’entusiasmo di ottenere una vita migliore per TUTTI su questo pianeta.



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